Il burnout è una condizione di esaurimento fisico, emotivo e mentale causata da uno stress prolungato e non gestito adeguatamente. Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso nella società moderna, caratterizzata da ritmi di vita frenetici, elevate aspettative di performance e crescente pressione in ambito lavorativo.
Il burnout colpisce un numero significativo di persone, indipendentemente dalla professione o dal settore di impiego.
Un’analisi di Randstad del 2022 ha rilevato che il 67% dei lavoratori e delle lavoratrici italiani ha sperimentato sintomi di stress lavorativo, con il 23% a rischio di burnout conclamato.
E non risparmia nemmeno i giovani.
Il 75% degli studenti ha “sempre” o “spesso” episodi di stress causati dalla scuola e il 44% di loro si sente inadeguato e insicuro a causa dell’ipercompetizione (Sondaggio “Scuola e Benessere: Oltre l’ipercompetizione e l’omologazione” – Unisona Live e Unicef, 2024).
Riconoscere e comprendere questa condizione è fondamentale per poter intervenire tempestivamente e prevenire conseguenze negative sulla salute e sulla qualità della vita.
Affrontare il burnout richiede un approccio globale, che coinvolga sia l’individuo che le organizzazioni. In questo articolo ci focalizzeremo sugli adulti e parleremo delle cause, dei fattori di rischio e delle strategie per affrontarlo, come la gestione dello stress, il miglioramento delle condizioni di lavoro e il supporto psicologico.
Cos’è il burnout
Come confermato dalla definizione dell’OMS, il burnout è una sindrome psicologica che si manifesta come una risposta prolungata a stressors cronici emotivi e interpersonali, specialmente sul posto di lavoro.
Nella società della performance, in cui ogni individuo è trasformato in un “progetto” continuamente valutato per i suoi risultati, il burnout diventa sempre più frequente.
Il tutto è intensificato dall’uso pervasivo dei social media, dove la presenza online e la condivisione di ogni aspetto della vita diventano essenziali per la sopravvivenza sociale dell’individuo. La valutazione continua, basata sulle reazioni del pubblico, colonizza il tempo libero e trasforma l’identità in una costante esibizione pubblica, riducendo la vita a una serie di prestazioni valutate.
La costante esigenza di essere all’altezza di una performance ideale può erodere il benessere psicologico e fisico e portare al burnout, poiché l’individuo è chiamato a rispondere non solo alle proprie aspettative ma anche a quelle di una vasta rete sociale.
Si tratta di un fenomeno così rilevante che, nel 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha inserito nella Classificazione Internazionale delle Malattie, riconoscendolo come una vera e propria condizione di salute.
Il burnout è caratterizzato da tre dimensioni principali:
- Esaurimento emotivo: si riferisce alla sensazione di essere emotivamente svuotati e esauriti dalle proprie responsabilità lavorative.
- Depersonalizzazione: implica un atteggiamento distaccato o indifferente verso il proprio lavoro e le persone con cui si interagisce professionalmente.
- Ridotta realizzazione personale: riguarda un declino dei sentimenti di competenza e produttività sul lavoro.
Burnout e stress non sono la stessa cosa
Sebbene il burnout sia spesso associato allo stress, esistono alcune differenze chiave tra queste due condizioni.
Lo stress è una risposta naturale dell’organismo a qualsiasi pressione o minaccia percepita, che può essere positiva (eustress) o negativa (distress).
Il burnout, invece, è il risultato di uno stress cronico non gestito adeguatamente, che porta a un esaurimento fisico, emotivo e mentale.
Cause principali del burnout
Molteplici fattori possono contribuire all’insorgenza del burnout. Tra le cause principali possiamo riportare:
- Il sovraccarico lavorativo, ossia l’essere costantemente sotto pressione con scadenze serrate e carichi di lavoro eccessivi.
- La mancanza di controllo sulle proprie attività e decisioni.
- L’assenza di ricompense o riconoscimenti per gli sforzi compiuti.
- La mancanza di equità e giustizia sul posto di lavoro.
- I conflitti di valori tra l’individuo e l’organizzazione.
Il burnout non è legato a un’unica professione o settore: colpisce infatti trasversalmente diverse categorie anche se è più frequente in lavori con alti livelli di stress, scarsa autonomia e scarsa ricompensa. Tuttavia, anche in professioni apparentemente meno stressanti, come quelle creative o manuali, il burnout può manifestarsi a causa di eccessive pressioni, scarsa valorizzazione o mancanza di opportunità di crescita.
Alcune professioni sono più a rischio di burnout a causa della natura stressante del lavoro e delle elevate richieste emotive.
È importante notare che il burnout non è limitato a queste professioni: lo stress lavoro correlato può colpire chiunque sperimenti uno stress cronico sul lavoro.
Fattori di rischio
Oltre alle caratteristiche del lavoro, alcuni fattori individuali possono aumentare il rischio di burnout.
Lo spiccato “perfettismo”, la scarsa capacità di affrontare situazioni stressanti, l’incapacità di gestire le emozioni negative e adattarsi alle difficoltà sono aspetti che possono accrescere il rischio di burnout.
Anche le relazioni lavorative negative, la scarsa comunicazione e la mancanza di supporto sociale possono contribuire all’insorgenza di questa condizione.
Riconoscere i segni del burnout e intervenire precocemente è fondamentale per prevenire conseguenze negative sulla salute fisica e mentale, nonché sulla performance lavorativa. Le organizzazioni hanno la responsabilità di creare ambienti di lavoro sani e di fornire risorse per supportare il benessere dei dipendenti. Gli individui, dal canto loro, possono adottare strategie di gestione dello stress, stabilire confini sani tra lavoro e vita privata e cercare supporto quando necessario.
Sintomi del burnout
Il burnout si manifesta attraverso una serie di sintomi fisici, emotivi e comportamentali che possono variare da individuo a individuo. È importante riconoscere questi segnali per intervenire tempestivamente e prevenire il peggioramento della condizione.
Tra i sintomi fisici più comuni del burnout vi è l’affaticamento cronico. Le persone colpite si sentono costantemente stanche, senza energia, anche dopo aver dormito a sufficienza. Possono sperimentare disturbi del sonno, come difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti o sonno non ristoratore. Altri sintomi fisici includono dolori muscolo-scheletrici, mal di testa, problemi gastrointestinali e una maggiore suscettibilità alle malattie, a causa di un sistema immunitario indebolito.
Sul piano emotivo, il burnout si caratterizza per una sensazione di fallimento e inadeguatezza. Le persone tendono a svalutare i propri risultati e a dubitare delle proprie capacità, anche di fronte a successi oggettivi. Possono provare un senso di distacco emotivo, perdendo interesse e entusiasmo per il proprio lavoro e le attività che una volta trovavano gratificanti. Sentimenti di frustrazione, cinismo e risentimento sono comuni, così come un aumento dell’irritabilità e della sensibilità alle critiche.
I sintomi comportamentali del burnout includono l’isolamento sociale e professionale. Le persone tendono a ritirarsi, evitando interazioni con colleghi, amici e familiari. Possono manifestare un aumento dell’assenteismo sul lavoro o una riduzione della produttività. In alcuni casi, possono verificarsi comportamenti di abuso di sostanze, come un aumento del consumo di alcol, caffè o farmaci, nel tentativo di far fronte allo stress e alla fatica.
Il burnout si sviluppa solitamente in fasi progressive:
- Fase di entusiasmo: l’individuo è altamente motivato e si dedica intensamente al lavoro, spesso trascurando i propri bisogni personali.
- Fase di stagnazione: l’entusiasmo inizia a diminuire e la persona si sente meno soddisfatta del proprio lavoro.
- Fase di frustrazione: l’individuo sperimenta un crescente senso di inadeguatezza e inefficacia, con un aumento dei sintomi di stress. Infine, nella fase di apatia, la persona si sente emotivamente esausta, distaccata e priva di motivazione.
È fondamentale riconoscere i sintomi del burnout e cercare un supporto adeguato. Non bisogna mai dimenticare che non si tratta di una debolezza personale, ma di una risposta a condizioni di stress cronico. Con il giusto supporto e le strategie appropriate, è possibile superare il burnout e ritrovare un senso di benessere e realizzazione nella propria vita lavorativa e personale.
Prevenire e curare il burnout: un impegno condiviso
Un problema complesso richiede una risposta articolata e quindi la prevenzione e la cura del burnout comportano un approccio multifattoriale che coinvolga attivamente sia il singolo individuo che l’organizzazione di appartenenza.
A livello individuale è necessario:
- Imparare a gestire lo stress, riconoscere le fonti di ansia e sviluppare strategie efficaci per affrontarle. Tra queste, la pianificazione del tempo, la definizione delle priorità e la delega che, quando possibili, risultano particolarmente utili.
- Acquisire uno stile di vita sano: mantenere un’alimentazione equilibrata, praticare regolare attività fisica e garantire un sonno adeguato sono elementi essenziali per aumentare la resilienza allo stress.
- Coltivare relazioni positive e chiedere aiuto quando necessario, sia a colleghi, amici e familiari, che a professionisti.
Le organizzazioni, a loro volta, possono giocare un ruolo chiave e:
- Migliorare le condizioni di lavoro: ambienti di lavoro fatti su misura per gli esseri umani, carichi di lavoro equamente distribuiti e opportunità di sviluppo professionale sono fattori chiave per la prevenzione del burnout.
- Garantire formazione e sviluppare la cultura aziendale attraverso la formazione dei dipendenti sulla gestione dello stress e la promozione di una cultura aziendale che valorizzi il benessere dei lavoratori.
Quando il burnout si manifesta, la terapia individuale o di gruppo offre uno spazio sicuro per esplorare le cause e sviluppare strategie di risposta efficaci.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente utile per modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali che alimentano il burnout.
Inoltre, praticare tecniche come la meditazione, lo yoga o la respirazione profonda può aiutare a ridurre lo stress e promuovere il benessere mentale.
Intervenire precocemente è fondamentale. Se si manifestano sintomi di burnout, è opportuno non esitare a chiedere aiuto al proprio medico di famiglia o a un professionista della salute mentale. Allo stesso tempo, le organizzazioni dovrebbero essere proattive nell’identificare e affrontare i fattori di rischio, creando un ambiente di lavoro che favorisca il benessere psicologico dei propri dipendenti.
Il burnout non è solo un campanello d’allarme personale, ma un sintomo di disfunzioni più ampie nei nostri ambienti lavorativi. La prevenzione richiede un duplice sforzo: da un lato, gli individui devono sviluppare resilienza e demarcazioni nette tra lavoro e riposo, dall’altro, le organizzazioni devono rivoluzionare i luoghi di lavoro, promuovendo pratiche sane e sostenibili. Al cuore della soluzione sta la promozione di un equilibrio vita-lavoro veramente efficace e la responsabilizzazione di ogni lavoratore a curare il proprio benessere psicofisico, trasformando radicalmente la cultura lavorativa in una più umana e meno usurante.
Una volta presa coscienza del problema è fondamentale rivolgersi a strutture adeguate ove trovare professionisti preparati.
Nelle nostre Cliniche offriamo percorsi di supporto specifico per queste situazioni.
L’aiuto professionale può infatti aiutare a comprendere meglio il problema e a sviluppare gli strumenti utili per affrontarlo.
È importante capire quali sono le cause che hanno portato al crollo nervoso: i pensieri, le situazioni, le autocolpevolizzazioni, il rimuginio, la carica di lavoro o l’ambiente o gli orari per poterli così modificare.
A livello fisico si può inoltre lavorare su diversi aspetti della vita quotidiana (sempre sotto consiglio medico), cercando di aumentare le attività piacevoli durante la giornata, per sbloccare l’umore depresso, o aumentando l’attività fisica che favorisce il rilascio di endorfine con effetto calmante, a cui si aggiungerà l’insegnamento di tecniche rilassamento, forme di meditazione e mindfulness per attivare il sistema parasimpatico del nostro organismo e aiutare a calmarci.
Esistono anche cure farmacologiche, con farmaci specifici per l’esaurimento nervoso e il burnout, che possono essere prescritti nel caso il medico lo ritenga necessario.
«Riposati ogni tanto; un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante». (Ovidio)