10 Ottobre 2024 – Giornata Mondiale della Salute Mentale. In Casa di Cura nasce “Io non sono fuori – Dacqua”
Nella Giornata Mondiale dedicata alla sensibilizzazione sui problemi di Salute Mentale nasce un’iniziativa che unisce prevenzione, cura e riabilitazione ad arte, lavoro, inclusione e futuro.
I pazienti della Casa di Cura Villa di Salute insieme allo staff di psicologi, educatori e tecnici di riabilitazione psichiatrica hanno creato “Io non sono fuori”.
L’intento è quello dell’inclusione e della collaborazione per valorizzare i vissuti, i contenuti e l’esperienza umana portata dai pazienti psichiatrici nei laboratori espressivi.
Coniugando e sperimentando diverse arti: dalla tessitura al teatro, dalla danza alla musica, passando per la scultura, la fotografia e la scrittura creativa.
Non un semplice percorso frontale ma un vero e proprio progetto artistico di gruppo per valorizzare i talenti e le naturali propensioni di ciascun partecipante.
Un’iniziativa volta a combattere lo stigma che ancora esiste quando si parla di malati mentali ma soprattutto a offrire ai pazienti uno strumento reale di cura e riabilitazione, psichica e sociale.
Il progetto nasce dall’esigenza di formalizzare meglio, articolare e fare conoscere quello che è già un metodo di lavoro all’interno della nostra Casa di Cura. La dr.ssa Barbara Alessio Responsabile della Riabilitazione dal 2001, si è molto dedicata alla propria formazione clinica e a far crescere un gruppo di lavoro particolarmente dedicato all’attività gruppale e alle terapie espressive, un’equipe riabilitativa composta da psicologhe psicoterapeute, psicologo, terapiste della riabilitazione e fisioterapisti. L’attività clinica è organizzata in equipe, dove lo scambio è molto fitto con tutte le altre figure sanitarie. Ai pazienti si offre una terapia farmacologica e un ventaglio ampio di attività psicoterapeutiche e psicoceducative, individuali e di gruppo. Abbiamo dato grande impulso all’uso delle diverse arti e dei mezzi espressivi in senso terapeutico, tutti gruppi che incentivano la creatività e che ci hanno lentamente indotto a condividere tra operatori, collaborare, influenzarci reciprocamente innovando costantemente. E la risposta dei pazienti è sempre stata molto positiva, con buone ricadute in termini di miglioramento e di riacquisizione dell’equilibrio psichico. Dopo un po’ di anni e di esperienze abbiamo voluto dare respiro a quel format e aprirci all’esterno, con consapevolezza maggiore in merito al valore espressivo di ciò che i pazienti producono e generosamente ci consegnano durante le attività riabilitative e psicoterapeutiche. La dott.ssa Anna Bellicanta, primario e direttore sanitario di Villa di Salute è molto attenta al lavoro della riabilitazione psichiatrica e i medici ci hanno accreditato fiducia e stima. Il gruppo di lavoro è composto da persone giovani, molto motivate e altamente formate, con tanta esperienza e con la voglia di innovare e lavorare bene per i pazienti.
L’arte utilizza un linguaggio universale ed è in grado di veicolare profondissimi messaggi, intimi ma umanamente condivisibili, che riescono a renderci tutti compartecipi di quello che è in realtà il medesimo viaggio, ovvero la traiettoria esistenziale, la parabola della nostra vita. il linguaggio artistico può non usare le parole, dà valore ad ogni esecuzione, spinge a liberarsi (nel duplice senso di sciogliere dei lacci inibitori e di dare impulso a ciò che era rimasto inutilizzato). Rende protagonisti.
Vogliamo mostrare chi sono i pazienti e che cosa si fa nei luoghi di cura. Il dolore mentale è trasversale e universale: e se si sta male si può e si deve chiedere aiuto. ancora oggi la malattia mentale genera esclusione e immobilismo, per diversi motivi.
Il progetto IO NON SONO FUORI desidera mostrare il lavoro di tutti, senza distinzioni di ruolo, età, etnia. Tutti artisti: questo rende la persona responsabile e protagonista. Gli dà voce, valore, visibilità. Lo stimola a farsi partecipe, costringe a parlarsi, mediare: a comunicare, quindi a mettere in comune. È un cambio di postura esistenziale: da limitata, passiva la persona comincia a sentire il piacere di ascoltarsi e poi portare il proprio contributo. Gli operatori presidiano e sostengono questo atto di fiducia verso sé stessi e i propri contenuti interiori e aiutano il gruppo a valorizzare ognuno, rispettandone la cifra originale L’iniziativa non ha solo fini riabilitativi e terapeutici, che sono propri di ogni attività espressiva, ma ha come obiettivo quello dell’inclusione sociale.
I nostri Pazienti sono stati dapprima curiosi e poi entusiasti. Comprendono il senso: il lavoro nei gruppi ovviamente non è cambiato! Ma adesso documentiamo il lavoro e sappiamo che alcuni contenuti diventeranno pubblici. Il primo messaggio dunque è quello che ciò che stiamo facendo riveste un valore non solo soggettivo, per loro e per noi, ma oggettivo, che interessa e interpella altri. Soprattutto, questa iniziativa riesce a coinvolgere i soggetti più giovani e “difficili”, che generalmente snobbano i gruppi terapeutici: il senso del collettivo invece fa parte della loro cultura di riferimento e i linguaggi che utilizziamo, fra cui il rap e la street-art, sono quelli che frequentano e conoscono bene, dunque si sentono sé stessi. Nei gruppi non c’è giudizio e indaghiamo insieme la ricchezza della loro personalità, in termini emotivi, cognitivi e spirituali. I pazienti co-strutturano le attività anche se le consegne dei lavori e la regia delle sessioni rimangono responsabilità dell’equipe multidisciplinare.
L’arte è una fecondazione reciproca: l’idea di collettivo vuole onorare e dare rilievo a questo: nessun contenuto appartiene al singolo, è frutto della mente del gruppo, di quel clima, dei contagi emotivi ed intellettuali, degli incontri e degli scontri. interagire con enti, istituzioni e associazioni aiuta i pazienti a riappropriarsi del territorio, di una cittadinanza più piena. Dà loro voce. Incrociare le narrazioni, sentirsi parte di una comunità più grande, è sicuramente una bella sensazione. Poi ci sono gli artisti che collaboreranno con noi, in tutte le arti che usiamo: fotografia, danza, teatro, cinema, musica, tessitura, argilla, scultura, pittura, narrazione. Ecco perché il progetto si chiama “Io non sono fuori”: vogliamo stare dentro, il più possibile dentro gli spazi e i contesti dove si fanno insieme delle cose secondo i valori in cui crediamo. E fare entrare la vita di tutti e di tutti i giorni dentro la struttura. Non lavoriamo solo sull’adattamento ma ci interessa far uscire allo scoperto e amplificare la vitalità̀ e la poesia delle esperienze esistenziali di persone che a causa della patologia vivono al chiuso, non sono interpellate, non hanno una voce nella dimensione pubblica. Ecco: ci interessa sostenere quella voce e farla ascoltare anche lontano da qui.
La dottoressa Barbara Alessio racconta:
il nome del collettivo artistico legato al progetto è “Dacqua”: lo abbiamo scelto a partire dalla sgrammaticatura, perché la precisione stilistica non è il nostro obiettivo e l’errore e quella parte umana che siamo chiamati ad integrare, tutti, non solo i pazienti.
L’acqua non ha una forma propria ma assume quella del contenitore: i setting delle attività̀ sono quindi gli spazi/tempo all’interno dei quali la fluidità̀ delle espressioni di pazienti e operatori può̀ essere osservata e raccolta. L’acqua è simbolo di vita e dell’inconscio primario, delle emozioni, del nutrimento e del legame affettivo e concreto. E’ un elemento semplice, che accomuna i viventi, dunque circolare al creato, appare poco importante e comune ma è essenziale; ha caratteristiche paradossali perché̀ è emolliente, solvente e tensiva. Nel nostro simbolo ci sono due anfore che si travasano una nell’altra: senza soluzione di continuità. È il travaso delle esperienze nei Setting di lavoro, nei gruppi, l’influenza e l’arricchimento reciproco. Che nel progetto sarà amplificato dalla partecipazione di artisti e persone interessate che vorranno collaborare con noi come volontari, facendo arte con noi, insegnando e imparando. Quello vogliamo onorare e testimoniare. Grazie davvero a nome di tutti noi per l’attenzione.